Antonio Di Grado, Un cruciverba italo-franco-belga. Sciascia, Bernanos, Simenon

Il y a vingt-cinq ans Simenon et Sciascia disparaissaient. Un essai rapproche les deux auteurs en les faisant dialoguer avec Bernanos.

DiGradoAntonio Di Grado, nato nel 1949, non è solo ordinario di letteratura italiana presso l'Università di Catania e direttore letterario della fondazione "Leonardo Sciascia" di Recalmuto, ma uno dei migliori saggisti della sua generazione; lo prova, una volta di più, con questa breve ma densissima raccolta, che mette in scena una serie di «attrazioni fatali» su cui Di Grado s'interroga da qualche tempo, sollecitando anche, tramite il sottoscritto, una tradizione di studi lieggese che spero non resti sorda a questi input latini e siculi, di non facile e istantanea presa, forse, ma legittimi e magari forieri, un de ces quatre, di un'iniziativa bilaterale tra le università di Liège e di Catania - già unite nell'Erasmus, nella scuola dottorale, oltre che in collaborazioni scientifiche ed editoriali significative e plurali.

Il critico muove dalla debenedettiana «musica dell'uomo solo» che apre, come è noto, Todo modo (1974) e che sintetizza gli uomini soli di Sciascia - «da Laurana a Di Blasi, da Rogas a Majorana, da Moro al Vice de Il cavaliere e la morte (1988)» - in seno agli «assordanti silenzi» di molti «protagonisti maschili di Simenon» e alla impermeabile «solitudine» di Bernanos, ricordata non a caso in Nero su nero (1979), alla fine degli anni Settanta, fatti di mortificanti scomuniche comuniste (e non solo). Dice, per l'appunto, il Bernanos citato da Sciascia: «a tutti gli uomini che marciano intruppati io dico loro - senza alzare la voce e senza la minima provocazione - che essi possono ragliare, belare, nitrire, muggire o ruggire alla porta della mia solitudine: tanto non vi entreranno mai». La preterizione dell'inciso rivela tutta la sua efficacia in quei graffi con cui la 'suite' verbale zoomorfizza gli «uomini [...] intruppati» e non liberi.

Ma di quale libertà s'ammantano gli uomini soli di Simenon e Sciascia, dans le sillage di Bernanos, in prima istanza ben lontano, nel suo cattolicesimo, dalla visione laica (oltre che esplicitamente illuminista nel siciliano) dei due diversissimi 'giallisti'? Innanzi tutto di quella libertà che, «a fronte della falsità del contesto inquisitorio e giudiziario», permette loro di intendere «la dolente sostanza umana e l'interiore "verità" dell'uomo». E vengono in mente ad Antonio Di Grado «quei dialoghi tormentati e quegli interrogatori poco ortodossi e addirittura reciproci» che nutrono il romanzo di Maigret dedicato all'omicida di rue Popincourt. Di più. Fin dall'inizio, per Di Grado, fin, insomma, da Pietr-le-Letton (1931), «è un atto di pietas, saturo di spiriti dostoevskijani», a imporsi nell'investigazione. E d'altro lato, come avverte con forza Giuseppe Traina, prosecutore avvertito e originale delle ricerche su Sciascia condotte dalla scuola catanese: «Dietro ogni pagina più esplicitamente "illuministica" di Sciascia c'è il suo rovescio: una dilagante pietà [...] Sciascia, "illuminista" nato nella terra della non-ragione, sapeva benissimo che la ragione non esauriva l'uomo, che non avrebbe potuto essere l'unica griglia ermeneutica utile per capirne gli abissi interiori» (Una problematica modernità. Verità pubblica e scrittura a nascondere in Leonardo Sciascia, Acireale-Roma, Bonanno, "Occasioni critiche" (5), 2009, 202 p., 18 €).

Ecco allora che Bernanos, suggerisce Di grado, il «cristianesimo dilacerato e acuminato di un Bernanos» - così distante «dall'ortodossia trionfante di un Claudel, che Gide (ateo e anzi apostata, perché di formazione ugonotta e a suo modo sempre tentato dall'evangelica porte étroite, come Sciascia in fin di vita dal "cancello della preghiera") accusava di brandire il crocefisso come una clava» - può riempire le caselle vuote del saggio-cruciverba italo-franco-belga e collegare - secondo intersezioni e modalità che sono quasi tutte, ancora, da studiare - Georges Simenon a Leonardo Sciascia, entrambi scomparsi nel 1989, tra settembre e novembre, esattamente venticinque anni fa.

Luciano Curreri
Mai  2014

 

 

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Luciano Curreri
enseigne la langue et littérature italienne contemporaine à l'Université de Liège.

 

 


 

 

Antonio Di Grado, Un cruciverba italo-franco-belga. Sciascia, Bernanos, Simenon, Acireale-Roma, Bonanno, "Tascabili" (7), 2014, 72 p., 10 €